Promoting Women Economic Empowerment in the MENA Region
2015-10-15
来源:未知
点击数: 3453          作者:未知

  • Si è svolta oggi a Expo Milano 2015 la conferenza “Promoting Women Economic Empowerment in the MENA Region”. Ovunque nel mondo le donne sono essenziali nell’evoluzione dei singoli Paesi, dal punto di vista economico, sociale e dei diritti individuali. Non c’è Pace Senza Giustizia (NPSG) e United Nations Industrial Development Organization (UNIDO), hanno promosso questo incontro relativo al rafforzamento del ruolo della donna in Egitto, Giordania, Libano, Marocco, Palestina e Tunisia.

    Rafforzare il ruolo della donna: promozione del dialogo e ricerca degli strumenti

    Tra i relatori della Conferenza presenti l’ex Ministro degli Affari Esteri, Fondatrice di Non c’è Pace Senza Giustizia, Presidente Onorario WE-Women for Expo Emma Bonino, il Ministro dell’Industria del Libano, Hussein El Hajj Hassan, oltre a diversi esponenti dei ministeri dell’industria e delle associazioni nazionali dei sei paesi di riferimento. Hanno partecipato anche membri della società civile oltre ad esponenti del settore pubblico e privato.  La conferenza intende promuovere il dialogo politico tra le diverse personalità presenti  e i governi dei paesi selezionati allo scopo di individuare le politiche e le riforme legislative necessarie a rafforzare il ruolo della donna nel campo dello sviluppo industriale. Ulteriore scopo è la promozione della collaborazione commerciale e di investimento tra i suddetti paesi attraverso l’ausilio della componente del commercio inter-aziendale. La Conferenza è parte del Progetto UNIDO “Promoting Women Empowerment for Inclusive and Sustainable Industrial Development in the MENA Region”, finanziato dal Governo italiano. Il progetto ha l’obiettivo di rafforzare il ruolo della donna attraverso lo sviluppo industriale inclusivo e sostenibile nel Medio Oriente e Nord Africa, concentrandosi sulla situazione in Egitto, Giordania, Libano, Marocco, Palestina e Tunisia.

    La diversità è un valore. Facciamo sentire le nostre voci, non sprechiamo energie

    Ha introdotto la giornata Emma Bonino: “quando abbiamo deciso di avere un progetto specifico all’interno di Expo Milano 2015, WE-Women for Expo, avevamo visto giusto. Certamente quando si parla di cibo e di nutrimento l’idea che non ci fosse un protagonismo al femminile mi sembrava un vuoto inaccettabile. E non è solo per la tradizione della donna nutrice o della donna madre e non è neanche solo focalizzare le zone di povertà: fare a meno dell’energia, delle risorse, delle capacità di invenzione del 50 per cento della popolazione è innanzitutto uno spreco. È uno spreco che forse può servire ad alcuni interessi politici, conservatori, ma è uno spreco che il mondo a mio avviso non si può più permettere. Per questo dall’inizio, quando abbiamo saputo che Milano avrebbe ospitato l’Esposizione Universale con alcune amiche,Rossella Citterio, Marta Dassù, abbiamo voluto questo progetto. E la buona notizia è che questo progetto ha avuto così presa che siamo molto fiduciose che diverrà un progetto strutturale di tutte le Expo future. Mi auguro che queste sinergie create qui a Milano non vadano perse ma trovino punto strutturale per andare avanti”.

    Giampaolo Cantini, direttore generale della Cooperazione italiana allo sviluppo, presente ad uno dei panel della giornata ha sottolineato: “abbiamo voluto sostenere l’iniziativa Unido per sottolineare il ruolo delle donne in una regione cruciale per la nostra storia e per i rapporti che abbiamo in termine economici, sociali e culturali". Il direttore generale ha evidenziato l’importanza delle strategie politiche per lo sviluppo del ruolo delle donne anche nel quadro dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile che ha definito “un’ Agenda universale”. Cantini ha voluto sottolineare in particolare l’aspetto della cosiddetta "accountability" in quanto “tutti gli stati sono tenuti a dare conto di quello che hanno fatto per il raggiungimento dei 17 obiettivi dell’Agenda”. Il quinto obiettivo è relativo proprio allo sviluppo del ruolo delle donne.

    Valorizzare la diversità: secondo Emma Bonino “siamo il 50 per cento del mondo che vuole avere voci in capitolo”

    In generale durante la giornata è emersa la necessità che le donne creino network e che venga loro concesso  l’accesso al credito per le piccole medie imprese. “Nel vostro mondo come nel nostro le donne hanno una difficoltà terribile nel fare rete. Dobbiamo imparare perché è utile e importante” ha spiegato Emma Bonino, “non credo che le donne siano tutte uguali. Credo che ognuna di noi è un individuo, che le nostre diversità siano preziose, che ognuna di noi ha il suo modo di vedere il mondo. Penso che questa diversità vada non solo accettata, ma valorizzata. Non siamo un sindacato, non siamo una corporazione, siamo il 50 per cento del mondo che vuole avere voci, e sottolineo voci non voce,  in capitolo. Siamo buona parte del mondo che ha deciso che vuole contare nel business, in termini di autonomia, nello sviluppo. Vogliamo partecipare a rendere questo mondo migliore”.


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